Autofficina LOMBARDI RENATO


Vai ai contenuti

Papà



Chiunque voglia aggiungere un pensiero sul mio Papà, potrà inviarlo via mail all'indirizzo info@autofficinalombardi.it sarò ben lieto di pubblicarlo.


Guardando sul Vs sito mi e' caduto il mondo addosso, o letto della scomparsa di tuo papà
e devo dirti che ancora non riesco a crederci......Uno dei pochi uomini della vecchia "guardia"
che mi faceva sempre piacere incontrare e parlarci, dato anche la sua altissima professionalità
che lo distingueva da tutti. Porto i lSubaru da voi, mi si presenta Renato davanti felicissimo di
vedere una STI, e mi dice sempre che per lui e' il miglior modello STI che potevano costruire
in Subaru,mi riempiva di felicità, proprio la sua vita questo lavoro, e stento a credere che ora,
quest'uomo pieno di energia e sempre disponibile, non sia più tra noi......Con tristezza nel cuore,
le mie sentite condoglianze a tè Massimo, e a tutta la tua famiglia, con una doverosa frase che
mi preme dire, Renato resterà con noi, nei nostri ricordi e mai se ne andra'.....
con affetto Medini Edoardo e la sua Impreza STI

*

“Per una serie di motivi ed occasioni, in passato, ho avuto modo di conoscere più

approfonditamente di altri, l’amico Renato e sua moglie Nelly: fra loro, come coppia e me
e mia moglie, era nato un feeling speciale tanto che quando si verificava l’occasione,
purtroppo piuttosto di rado, di incontrarci, passavamo sempre momenti simpatici, caldi ed
amichevoli insieme. Era sempre prodigo di consigli e sorrisi per tutti e capace, quando la
concedeva, di un’amicizia vera! Fra le tante doti personali che possedeva, era anche il
miglior attrezzatore di Dinghy che io abbia mai conosciuto.
Non ricordo con quali giri di parole, qualche anno fa, in occasione di una regata Nazionale
ad Anzio, riuscii a convincerlo a cedermi il suo Bonaldo “Nana Babi“, unitamente al suo
carrello autostradale (che uso ancora con grande soddisfazione).
Nutrivo per Lui un grande affetto e quando stamani, l’amico Titti mi ha dato la triste
notizia, qualcosa ha “grippato“ dentro di me.
Alla cara Nelly ed alla famiglia tutta va il mio più forte abbraccio ”.
Giorgio e Paola Pizzarello

*

Il Circolo Velico Santa Margherita Ligure a lutto per l’improvvisa scomparsa di Renato Lombardi
Da tantissimi anni socio e Consigliere del CSML, armatore dei Dinghy “Nana Babi”
(l’ultimo, Nana Babi 5°) regatante di una correttezza estrema, giudice di regata e
meccanico di eccezionale talento.
Alcuni soci del Circolo hanno imparato a veleggiare con gli insegnamenti di Renato, tanto
da chiamarlo affettuosamente “zio” anche a distanza di anni. Il carattere burbero
nascondeva un cuore enorme, assoluta disponibilità ad aiutare chiunque in qualsiasi
situazione, sempre prodigo di consigli. Indimenticabile resta il suo sorriso quando riceveva
un premio e, quanti meritati premi sono stati vinti da Renato nella sua lunga carriera di
velista!
C’e’ molto di più da dire su Renato ma ho il cuore pieno di tristezza e mi mancano le
parole.
Ciao Renato, dove sei ora la tramontana non è a raffiche, le onde non impensieriscono, la
strambata viene facile....ci mancherà quel tuo modo di veleggiare in poppa stando in piedi
a cercare il refolo migliore.
(Tay)

*
RICORDO, SI’ MI RICORDO (di Francesca Lodigiani)
Ricordo la prima volta, a Marciana Marina, quando la rotaia dell’albero di Baffina
si stava staccando dal doppiofondo e Gigi (Croce), o meglio, Giggi, mi porta in
soccorso un omone sbrigativo che guarda, mugugna qualcosa su chi l’ha
montata, va via, si ripresenta armato di trapano e di una cassetta dei ferri spaziale
e in un battibaleno risolve il problema.
Ricordo quanto desiderassi una di quelle chiavi per stringere le sartie che faceva
lui: piatte, leggere, di alluminio col manico coi buchi, bellissime. E poi una sera
arriva a cena al rustico insieme a Nelly: attaccata al collo di una bottiglia di
champagne c’è la chiave dei miei desideri che Renato ha fatto per me.
Ricordo che voleva bene al suo Nana Babi V - come Baffina “barche buone”- ma
ricordo anche che rimpiangeva tanto il suo Bonaldo, quello che aveva venduto a
Giorgio Pizzarello che l’aveva portato “giù”.
Ricordo l’amarezza per l’assurda squalifica a San Vincenzo, di cui poi non voleva
più neppure parlare.
Ricordo la preoccupazione per il cuore della sua Cornelia, che forte e sorridente
non faceva pesare mai niente. Era tanto fiero di lei.
Ricordo il suo gusto, ormai così raro, di fare le cose bene, per la soddisfazione di
averle fatte bene.
Ricordo quando mi parlava di zia Anna, la sorella di mio padre, la signorina, quella
severa che aveva avuto a che fare con La Croce Rossa - ricordava lui - che stava
in Villa e gli portava la sua attempata giardinetta.
Ricordo il garbo e la delicatezza con cui accennava al mio vulcanico e peculiare
nonno materno.
Ricordo il gusto con cui si chiaccherava insieme di un Tigullio di tanto tempo fa e
dei suoi personaggi, da Gianni Baldini, a John Molfino, a Cinci, Dadi e Bitti
Bergamo. Li conosceva tutti e ne ricordava perfettamente le supermacchine sulle
quali con passione raccontava di essersi formato.
Ricordo una cena quando lo avevo appena conosciuto: una grande tavolata in
piazzetta a Marciana Marina, con Gianni Castellaro, Titti e il clan allargato dei
Viacava a festeggiare il titolo appena vinto da Paolino.
Ricordo i vivaci scambi in genovese con Castellaro e Angelo Campodonico su
temi topici tipo i motori dei mezzi del Circolo perennemente in avaria o lo scaletto
della spiaggia. E poi ridendo si girava e mi faceva la traduzione simultanea.
Ricordo quando in una trasferta disastrosa a Palermo (nessuna regata fatta a
causa di un vento proibitivo) Aldo e Filippo continuavano a evocare lo Zio citando
la sua saggia frase celebre: “ Mai allontanarsi dal Golfo ! ”.

*
Ricordo l’allegria operosa quando fu montato il tavolato che ha allargato la
spiaggia del Circolo. Renato mi aveva arruolata come garzone per tenergli ferme
le assi, mentre lui col trapano faceva i buchi per fissarle all’impalcatura e Angelo
con gli immancabili bermuda rossi, dirigeva le operazioni. Quel giorno c’era
perfino Pignolin.
Ricordo il benessere e la sicurezza di aver delegato a lui la gestione della mia
macchina, ivi compresa la decisione di quando cambiarla e con cosa.
Ricordo l’interazione affettuosa con Nico Rainusso e le battute ai cinque minuti dal
via: ”Renato, boa o barca giuria?” “Nico il bordo è a terra, barca giuria, barca
giuria.” E poi all’arrivo se Nico non aveva performato bene, il rimprovero con le
mani energicamente in alto vicino alla testa.
Ricordo il muto rimprovero a me e lo scuotimento di testa, quando arrivavo con la
Suzuki bianca sporca e magari con qualche graffio di troppo.
Ricordo l’affettuoso preoccuparsi che alle cene al rustico ci fossero le trenette per
la Nelly che è vegetariana.
Ricordo i racconti di quando era arrivato al Dinghy lui e i “vecchi” erano
Maragliano, Mangiante, Pennino, e nessuno insegnava niente. Lui invece era
sempre prodigo di consigli e pronto ad aiutarti.
Ricordo quando si informava di tutti i retroscena e delle ultimissime sulla Coppa
America impantanata in Tribunale a New York, perché così poteva portare notizie
fresche ai suoi amici in Ghiaia.
Ricordo il via vai dei vari Paco, Pinne, Vincenzo, alla sua officina per prendere le
chiavi attaccate al portachiavi a Gatto Silvestro per aprire il mio garage, ricovero
di vele e altro anche degli amici. Renato il Gatto Silvestro lo dava, ma a patto che
ritornasse subito da lui. Ed è ancora lì, e spero che Massimo lo voglia tenere
ancora.
Ricordo il dispiacere che Giggi, suo grande amico, dopo essersi fatto male avesse
abbandonato lui e il Dinghy. Senza Giggi Renato non voleva più”girare”, ma a
Cavo quest’anno siamo riusciti a trascinarlo, ed era stato bene, e progettava di
ritornarci anche l’anno prossimo.
Ricordo quando batteva i leoni rampanti della classe a bocce. Lo Zio maestro
anche lì.
Ricordo di quanto era contento quando aveva scoperto che al primo mondiale di
Dinghy che stava organizzando per il 2010 a Bracciano Giorgio Pizzarello, lui
poteva partecipare d’ufficio perché aveva vinto il titolo master al Campionato
Italiano a Posillipo, dove aveva regatato anche il suo amico Pinne.
Ricordo le risate che si era fatto a Cavo nella serata a base di barzellette con
Coppola, Castellaro e tutti gli altri dinghysti scatenati.

*

Ricordo Nelly che raccontava affettuosa di Renato e del rito della cena del
giovedì con gli amici, tutti uomini.
Ricordo le regate dell’ultima stagione quando qualche volta sono riuscita ad
arrivargli davanti e la Nelly mi diceva: “guarda di smetterla di battere mio marito
che poi arriva a casa e scrolla la testa dicendo che ormai si fa passare avanti
anche dalle donne….”.
Ricordo quanto era fiero della nuova officina e quando l’ho vista per la prima
volta: bella, colorata, allegra, più pulita di una sala chirurgica, gli attrezzi allineati e
sistemati tanto bene da sembrare decorazioni sui muri.
Ricordo quando in spiaggia si avvicinava a Vincenzo, alle prese con qualche
lavoretto di precisione sul suo Dinghy e lui prima osservava un po’ e poi “fatti da
parte” e in un attimo risolveva la cosa.
Ricordo quando arrivata a Cavo, lui mi vede e si mette a ridere e a scrollare la
testa. La notizia che ero riuscita a chiudere la macchina lasciando le chiavi dentro
al baule, e che suo figlio, arrivato fin sul Monte e lavorando come un mago con
un fil di ferro, mi aveva permesso di partire, era arrivata prima di me….
Ricordo un mercoledì di poche settimane fa quando dopo avermi fatto sistemare
le luci della targa del carrello che stavo per perdere in autostrada e aver legato
meglio sul carrello Baffina che partiva per l’Invernale di Anzio, mi ha portato a
vedere la sua ultima opera, nascosta sotto un panno: un bellissimo modello di
elicottero da far volare. Era tutto montato e mancavano solo le pale, che so che
ha poi montato negli ultimi giorni.
Ricordo l’ora abbondante passata in officina a rimuovere con panno e diluente la
resina di un albero dal tetto della mia macchina nuova, mentre lui energicamente
faceva lo stesso sul baule.
Ricordo quanto mi pregustassi il suo stupore sorridente quando gli avessi
raccontato che ad Anzio avevo vinto la mia prima (e ultima?) regata in Dinghy.
Certo non c’erano Pizzarello, Calzecchi, Provini, Cameli e Leopaldi, rientrati per
errore a terra. Ma in 15 comunque eravamo.
Ricordo il figlio di Massimo col suo giubbotto rosso nella chiesa gremita di Santa.
Abbraccia la nonna e mentre Massimo lo accompagna con dolcezza fuori, lui gli
chiede: “ Papà perché tutti piangono”?
La risposta sarebbe stata semplice: Perché vogliono molto bene al nonno che già
gli manca troppo. (Francesca)

*

Ciao Senatore,
come ti ho sempre chiamato quando ci incontravamo e mi sorridevi con quel tuo
dolce sorriso che non dimenticherò mai e mi mostravi le tue geniali invenzioni da
quel mago che eri e che nobilitavano il nostro Dinghy che hai sempre amato con
quel cuore generoso che possedevi.

*

La Classe non ti dimenticherà mai Renato. Sarebbe impossibile altrimenti. (Paolo)

*

Renato ci ha lasciati.
Il suo cuore ha ceduto improvvisamente e inaspettatamente se ne è andato.
L’ho incontrato per la prima volta una decina di anni fa ed è tra quelle persone
che sono felice di aver conosciuto.
Una persona “speciale”. Un burbero dal cuore grande.
Oltre alla famiglia, Renato ha avuto due grandi amori. Auto e vela. O meglio,
auto e dinghy.
I suoi 5 dinghy li ha chiamati Nana Babi, come sua figlia pronunciava il proprio
nome all’età di due anni.
Era uno dei soci anziani del Circolo Velico e al Circolo ha dato molto.
Andandosene ha lasciato un grande vuoto e ci mancherà enormemente.
Ciao Renato.(gc)

*

Nove anni fa'mi sono avvicinato ai Dinghy 12 p, stavo per diventare “Stundaio”.
Lo sarei molto di più se in questi anni non avessi avuto Renato vicino. Sempre
pronto ad aiutarti, con fatti o parole, un'occhiata prima dei 5' ti faceva capire se
avevi tutto a posto ...”Nicco tia quellu picche !!!” suonava come un
rimprovero….che ti caricava e ti faceva partire più sicuro. Ricordo quei pomeriggi
in officina passati a parlare di" Alinghi" o du "Paolino" sempre con la Vela negli
occhi e nel cuore.
Quegli abbracci capaci di incrinare una costola...quelle poppe in piedi come un
nostromo sulla tolda, quei sorrisi grandi fra una prova e l'altra ...
Oggi in cielo naviga una vela in più, è quella del tuo Zalope..Renato..| (Nico)



Torna ai contenuti | Torna al menu